Bollo auto 2018: scadenza, esenzione e regole da ricordare

Bollo auto 2018: scadenza, esenzione e regole da ricordare

Con il nuovo anno riparte la battaglia della memoria contro il bollo auto, uno dei pagamenti più dimenticati d’Italia, oggetto di rimozione freudiana per milioni di automobilisti. Se l’assicurazione ci scrive per ricordarci che la polizza sulla macchina sta scadendo, così non è per il bollo, che richiede una nostra iniziativa autonoma.

Vediamo allora di ripassare la materia: natura del prelievo, scadenza, esenzione, prescrizione. E magari qualche consiglio per evitare le truffe.

1. COS’È IL BOLLO AUTO?

Partiamo dalle basi: di cosa stiamo parlando. Il bollo auto è una tassa che chiunque possieda un’auto o una moto deve pagare ogni anno alla propria Regione di residenza. Purtroppo non conta l’effettivo utilizzo del mezzo: anche chi è appassionato di bici e lascia il veicolo a prendere polvere in garage deve pagare, perché si tratta di una tassa sulla proprietà.

2. QUANDO SCADE?

Veniamo ora al punto dolente: la scadenza. È una di quelle regole che non si ricordano mai, ma esiste. E recita così: il bollo auto va pagato entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di scadenza del bollo precedente. Esempio: il bollo scaduto a gennaio va rinnovato entro febbraio. Facile, no? Basterebbe ricordarsi quando è scaduto l’anno scorso…

3. CHI HA DIRITTO ALL’ESENZIONE?

Quello dell’esenzione è il capitolo più articolato, spesso fonte di confusione.
Ecco uno schema che riassume i principali casi in cui si può evitare di mettere mano al portafoglio.

– Disabili. La legge 104 del 1992 stabilisce l’esenzione per i portatori di handicap, purché si tratti di una condizione permanente e rientri in una delle seguenti categorie:

  • cecità
  • sordità
  • handicap psichico o mentale con indennità di accompagnamento
  • grave limitazione nella deambulazione o pluriamputazione
  • riduzione o impedimento delle capacità motorie

L’esenzione spetta per un solo veicolo e può essere chiesta dal disabile stesso oppure dalla persona a cui è intestato il mezzo se l’invalido è fiscalmente a suo carico.

– Auto a ridotto impatto ambientale. I veicoli elettrici, ibridi, a metano o a Gpl possono essere godere di un’esenzione temporanea dal bollo (dai 3 ai 5 anni), seguita da una riduzione (in media del 25%). Le regole però cambiano in base al luogo di residenza: sul sito dell’Aci è possibile trovare i link ai regolamenti delle singole Regioni.

– Veicoli storici. Anche in questo caso ci sono differenze regionali, per cui è bene consultare il sito dell’Aci. In linea generale, sono previste forti riduzioni per il bollo sulle auto che hanno fra i 20 e i 29 anni, mentre dal 30esimo anno in poi scatta l’esenzione. È possibile tuttavia che anche per i veicoli ultratrentennali, se posti in circolazione, si debba pagare una tassa forfettaria.

4. QUANDO SCATTA LA PRESCRIZIONE?

Il bollo auto si prescrive dopo tre anni a partire dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui doveva essere effettuato il pagamento. Significa che, oltre questo termine, la Regione non ha più diritto a riscuotere la tassa. Non è un invito a non pagare e a tirarla per le lunghe: semplicemente, dopo tre anni e qualche mese, le ricevute di pagamento dei vecchi bolli si possono buttare. Chi non paga rischia tanto: dalle sanzioni fiscali al fermo amministrativo, fino alla radiazione del veicolo dal Pra se la prescrizione si avvicina.

5. OCCHIO ALLE TRUFFE

Sono stati segnalati casi di titolari di ricevitorie o di agenzie di pratiche automobilistiche che incassavano i soldi e non li versavano alle Regioni. Per verificare che tutto sia a posto è consigliabile visitare la sezione “Servizi” del sito dell’Aci, dove si può calcolare il bollo auto e, successivamente, controllare la scadenza e lo stato di pagamento. In alternativa, qualsiasi centro Aci può darci questa informazione.

 

Fonte: www.firstonline.info